Quando bussò alla cassa più vicina per controllare che non si muovesse, non emise alcun suono vuoto, ma solo un tonfo denso e pesante. Si accigliò. I mobili avevano delle fessure d’aria, anche con l’imbottitura. Questa sembrava solida in ogni sua parte. Mentre la pioggia lo colpiva più forte, accantonò il pensiero e strinse la cinghia di un’altra tacca.
Mentre lavorava, qualcosa di bianco gli impolverò i guanti: un residuo fine e polveroso che si aggrappava alla cassa. Strofinò le dita, annusando. Non era segatura, né nulla di riconoscibile. L’odore era debole e quasi metallico. Lo strofinò sui jeans, borbottando sottovoce.