Un cane da ricovero continuava a fissare una bambina che piangeva in ospedale: poi un’infermiera ha assistito a un miracolo

Più tardi, quella sera, rilesse il messaggio su Claire, tracciando il nome con il pollice. Si chiese che tipo di donna potesse sopportare di perdere sia suo figlio che il cane che lo amava. Provò un sentimento di compassione e qualcos’altro. Era il bisogno di saperne di più.

Ma si disse che, in quanto professionista, c’erano dei limiti che non doveva oltrepassare. La riservatezza dei pazienti esisteva per un motivo. “Limiti, Maya”, mormorò, per metà a se stessa. Ma quando passò davanti alla stanza di Lily e vide Milo addormentato accanto a lei, la tentazione di capire la storia si fece più forte.