Quella sera, dopo l’ennesimo test, tornò nella sua stanza esausta, emotivamente e fisicamente. Le gambe le dolevano per l’immobilità, le costole le dolevano per il panico. Non parlò. Indicò semplicemente il letto. L’infermiera la aiutò a sdraiarsi e iniziò ad aggiornare la sua cartella clinica sul tablet a fianco del letto.
Poi il telefono squillò sul fianco dell’infermiera. Si allontanò per rispondere alla chiamata, lasciando la cartella aperta. Tula girò la testa. Il referto era lì, evidenziato in giallo: Livelli di HCG anormalmente elevati. Il cuore le cadde. Sbatté le palpebre e lo lesse di nuovo. HCG. Le sue mani si raffreddarono. C’era qualcosa di molto, molto sbagliato.