Una volta dentro, Natalie crollò completamente. “Mi dispiace tanto”, singhiozzò. “Non volevamo spaventarla o approfittarci di lei. Le cose si sono complicate e sono andata nel panico” Peter rimase immobile, con la rabbia e l’empatia che gli turbinavano dentro. “Perché avete preso la mia macchina?”, chiese infine.
Natalie glielo spiegò tra le lacrime. “Ho ricevuto una telefonata per un’opportunità di lavoro, ma era fuori città. Non pensavo di poter chiedere altro aiuto, così… ho preso le tue chiavi”, ammise, con la voce tremante. Peter ascoltò, combattuto tra la compassione e la frustrazione.