Si rannicchiarono al piano di sopra, sussurrando furiosamente. “Dovremmo chiamare la polizia”, esortò la zia. “E dirgli cosa?”, sbottò il marito. “Che non abbiamo documenti veri per dimostrare che questa è casa nostra?” La donna si strinse le mani, con le lacrime che le colavano. Un altro bussare risuonò dal basso. Questa volta nessuno dei due parlò. Il silenzio pesava più di qualsiasi spiegazione.
Lui aprì il cancello esterno con uno scatto che lo zio non poté sentire, ma che avrebbe potuto percepire. Le luci del vialetto lontano si accesero, come un palcoscenico che invita alla fuga. Accese la luce delle scale di un’ombra, poi la spense, poi la riaccese. L’esitazione sbocciò, poi si incrinò lungo linee prevedibili.