Si irrigidirono. “Probabilmente i tubi si stanno espandendo”, propose lui. “È settembre”, sbottò lei. Lui tacque. L’anta di un mobile bussò una volta, con decisione, poi si richiuse. Il tè di lei si rovesciò sulla tovaglia. Lui lo tamponò velocemente, deciso a non perdere la calma. L’orgoglio esigeva che i proprietari di casa spiegassero le cose, anche quelle che avevano rubato di recente.
Controllò il suo riflesso nello specchio del corridoio e sussultò. Per un attimo, una seconda sagoma si librò dietro la sua spalla. Quando sbatté le palpebre, non c’era più. “Ho visto…” cominciò lei. “No”, la interruppe lui con fermezza, con voce più alta del necessario. “No, non l’hai visto” La mano di lui tremava mentre riarmava l’interruttore della luce.