Cucinarono la cena a voce alta, con gli aromi di cipolle e aglio che si spandevano in strada. Marco si sedette in macchina inalando gli odori che provenivano dalle provviste che aveva comprato, saltate nelle sue padelle, ma mangiate da altri. Dai finestrini uscivano risate e l’argenteria tintinnava. La casa brillava come se stesse accogliendo qualcuno. Lui era rimasto fuori.
Lo zio gli mandò un messaggio compiaciuto: “Tutto sicuro stasera. Domani informeremo l’avvocato. Dormi bene” Marco strinse il telefono finché la plastica non gemette. Digitava le risposte, le cancellava, le digitava di nuovo. Dormiva bene, a casa sua, mentre camminava sul marciapiede. Persino il gatto sembrava ignorarlo, scodinzolando dietro il vetro della finestra di sopra.