Si accovacciò accanto ad esso, tracciando con le dita la carta rovinata dall’acqua. Il silenzio intorno a lei ora era diverso. Non era tranquillo, ma deliberato, come se il cimitero stesso stesse trattenendo il respiro. “Allora è così”, sussurrò. “Chiunque tu fossi, te ne sei andato” Le parole le sembrarono un’ammissione che non voleva fare.
Due settimane dopo, in una mattina grigia, tornò solo per abitudine. I suoi passi rallentarono quando la vide: una piccola macchinina giocattolo, blu e lucida, appoggiata accanto al vaso. Prima non c’era. Il suo biglietto era sparito. Ma era evidente che non ci sarebbe stata alcuna risposta.