Un’altra volta, giocando a palla troppo vicino al suo palazzo, ruppero uno dei vetri delle finestre inferiori. Era stato un incidente, ma la loro mancanza di rimorso e di buonumore dava sui nervi a tutti. Non è che si mettessero sempre a combinare guai, ma sembrava che i guai li seguissero ovunque andassero.
Invece di rimproverare o chiamare qualcuno, mise in ordine il portico, spazzò via le macerie e preparò una pentola di tè. Poi temperò le matite sul tavolo della cucina e aprì un quaderno. Un leggero sorriso le si arricciò agli angoli delle labbra, ma forse era solo uno scherzo della luce, chi lo sapeva.