I ragazzi si riunirono il pomeriggio successivo sotto il loro vecchio albero di ritrovo, umiliati e piagnucolanti. Per una volta, Connor dovette radunarli. Disse: “Dovremmo chiederglielo, dimostrare il nostro valore!” Trevor non era convinto, si stringeva lo stomaco come una ferita di guerra. Malik borbottò: “Beh, le abbiamo rubato i biscotti, sai…”
Furioso per la loro timidezza, Connor marciò da solo lungo il sentiero di Magnolia. Riprovò gli insulti nella sua testa, con la rabbia che ribolliva per l’umiliazione di ieri. Lei era in veranda, come sempre, con la sedia a dondolo che scricchiolava sotto il peso del tempo. Ai suoi piedi c’era un cesto di biancheria piegata. Sembrava innocua come le nuvole.