Quella sera lasciò che Bella lo seguisse fino al parcheggio del personale. Quando aprì la porta del suo appartamento, lei esitò sulla soglia, con le orecchie tese. Anche Ethan indugiò, con le chiavi fredde in mano, prima di farsi da parte. “Vieni, allora”, disse dolcemente. Bella trotterellò all’interno, fece due volte il giro del termosifone e si piegò su un vecchio asciugamano che lui aveva steso.
La stanza sembrava diversa con lei lì: meno eco, più viva. Mentre si abbandonava al sonno, Ethan sentiva il suo respiro, costante e calmo. Da qualche parte, in città, le sirene si lamentavano e si spegnevano, ma all’interno del suo appartamento l’aria era silenziosa, avvolta dal calore. Non avrebbe saputo spiegare il perché, ma lo sapeva con assoluta certezza: Bella era arrivata per un motivo.