“James!”, chiamò, ma il suono fu inghiottito dal motore e dalla pioggia. I fanali posteriori scomparvero lungo la strada, le strisce rosse sfumarono nel grigio. Rimase lì al freddo per molto tempo, finché le braccia non iniziarono a tremare. Poi rientrò in casa, chiuse la porta e compose il numero di lui. Squillò due volte prima che partisse la segreteria telefonica. Riprovò. E ancora.
Alla quarta chiamata, la linea era caduta. Quando le mandò un messaggio, non ricevette risposta. Lui l’aveva bloccata. Per ore rimase seduta al tavolo della cucina, fissando il telefono e ripassando nella sua testa tutte le conversazioni dell’ultima settimana. Forse era colpa sua. Forse era sopraffatto, o spaventato, o aveva finalmente capito che la paternità non era come se l’era immaginata.