Tutti bloccati dall’orrore quando un orso entra in ospedale portando con sé un bambino

L’uomo si presentò alla reception, educato, ansioso e con dei documenti in mano. “Sono qui per Evan Rowe” La sua voce vacillava ai limiti del panico provato. La sicurezza lo scortò al piano superiore. Il nome corrispondeva a quello della giacca del ragazzo. Aveva con sé documenti, moduli di custodia e persino una foto.

“Ho cercato tutta la notte”, disse senza problemi. “Ho sentito che è stato trovato” La sua voce tremava quel tanto che bastava per sembrare provata. La centralinista chiamò Anika. In fondo al corridoio, l’orso alzò la testa. Anika, nell’atrio, vide l’orso muoversi come se fosse improvvisamente vigile. Fu colta da un terrore senza nome.