Il sollievo le fece tremare le ginocchia; si aggrappò al bancone della reception. Hallett la guidò verso un carrello inossidabile. Sotto le lampade riscaldanti riposava un piccolo corpo, con la pelliccia ormai marrone fuliggine ma non più gocciolante. Il suo petto si sollevava – basso, costante.
Il dottor Hallett regolò un sensore e parlò a bassa voce: “È un cucciolo di orso, una femmina di circa otto settimane” La frase esplose nella mente di Tessa. L’enorme animale sulla spiaggia non l’aveva cacciata, ma aveva chiesto aiuto. Ricordò la paura che la attanagliò quando vide per la prima volta l’orso, i momenti in cui si interrogò sulle sue motivazioni.