Due tecnici irruppero attraverso le doppie porte spingendo una barella ricoperta di asciugamani. Il dottor Hallett lo seguì, infilandosi i guanti a metà strada, con voce calma ma rapida: “Ossigeno pronto, soluzione fisiologica calda, flebo di ventiquattro millimetri, muoviamoci” Tessa abbassò il trasportino; le mani guidarono il cucciolo sul tavolo mentre monitor e tubi apparivano come se fossero stati evocati.
Un’infermiera afferrò la manica di Tessa, allontanandola dal caos controllato. “Ci pensiamo noi da qui, per favore aspettate nell’atrio” Tessa cercò di protestare, ma il tecnico era già sparito attraverso porte a battente che si aprirono una volta e poi si chiusero, lasciando dietro di sé solo gli odori misti di iodio e paura.