Il primo indizio arrivò un giovedì di pioggia, quando Nora non tornò subito a casa da lezione. Non ci abbiamo pensato. Aveva diciannove anni, dopotutto. Tutti gli adolescenti, a quell’età, tecnicamente adulti, avevano il diritto di uscire con gli amici, di sfogarsi e di fare tutto ciò che fanno di solito gli adolescenti della sua età.
Ma non era iniziata lì. I primi segni sono stati impercettibili. Nora tornò a casa con il volto illuminato da una luce interiore che non riuscivamo a individuare. Cominciò a scansare le domande, a offrire scuse vaghe, a deviare il suo sorriso dove prima invitava. Lentamente abbiamo capito che qualcosa o qualcuno la stava plasmando.