Il mattino seguente, Michael raddrizzò gli scaffali del garage, alla ricerca di una chiave inglese. Dietro una pila di barattoli di vernice, trovò dei guanti da lavoro troppo grandi per Sarah e troppo piccoli per lui. La pelle era liscia e consumata, con un leggero odore di cedro. Si accigliò. Qualcuno li aveva usati di recente.
Sarah apparve sulla porta proprio mentre lui si sfilava i guanti. Il suo sorriso era rapido, la sua voce ariosa. “Lascia questo disordine, Mike. Ci penserò dopo” Sparì prima che lui potesse rispondere. La sua deviazione era stata leggera, ma aveva risvegliato l’inquietudine che si era creata silenziosamente dentro di lui.