Un’emorragia dal naso che non si fermava. Lividi che non riusciva a spiegare. Una stanchezza che affondava ogni giorno di più. Evan aveva notato il suo rallentamento, la sua pelle più pallida, ma aveva ignorato anche questo, fino alla notte in cui era crollata sul pavimento della cucina.
Quando si svegliò, il mondo puzzava di antisettico. La luce sopra la testa era dura e fredda. Evan era seduto accanto al suo letto d’ospedale, con le dita intrecciate a quelle di lei e il viso tirato. “Mi hai spaventato”, sussurrò, cercando di sorridere ma senza riuscirci.