Clara continuò ad agitarsi, aggiustandosi la cintura di sicurezza e lanciando occhiate alle assistenti di volo, sperando che intervenissero. Ma nessuno lo fece. Il rumore dell’aereo ronzava intorno a lei e il comportamento calmo di Atlas sembrava solo eccitarla ulteriormente. Il suo disagio cominciò a trasparire visibilmente dal linguaggio del corpo.
Mormorò alla sua vicina, a voce abbastanza alta perché gli altri potessero sentirla: “I cani non dovrebbero stare sugli aerei. È un rischio ed è scomodo” Le sue parole erano dure, pronunciate con aria di autocritica, ma il silenzio che accolse le sue parole parlava chiaro. Nessuno era d’accordo o solidale con lei.