Clarence lo guardò andare via. La scopa che aveva in mano sembrava più pesante di prima. Il vento scuoteva le campane a vento sopra di lui, ma invece del loro solito canto sommesso, emettevano un sordo tintinnio. Fissò il pacciame, il sensore lampeggiante, le impronte scure e inzuppate che macchiavano l’erba.
Ho esagerato? Si chiese. E se qualcuno si facesse davvero male? Diranno che è colpa mia? Mi ascolteranno mai? Jordan si avvicinò a lui, rimettendo il telefono in tasca. “È stato pazzesco”, disse a bassa voce. “Hai visto la sua faccia?”