Tre anni prima aveva incontrato Clara in un’angusta libreria, le loro mani si erano scontrate sullo stesso romanzo. Avevano riso in quel modo goffo e sorpreso che fanno gli estranei, poi in qualche modo erano finiti a parlare nel corridoio fino a quando le luci del negozio si erano abbassate, segnalando l’ora di chiusura.
Quello che era iniziato come una raccomandazione condivisa si era trasformato in un caffè, poi in una cena, poi in un fine settimana trascorso insieme. Si stabilirono in un ritmo che sembrava senza sforzo: pasti condivisi, battute private, serate a leggere ai lati opposti del divano, scambiandosi commenti senza bisogno di alzare lo sguardo.