Poi Calder si girò bruscamente. “Dobbiamo tornare dentro”, disse. Evan sbatté le palpebre, confuso. “Tornare a casa?” Calder annuì ferocemente. “Ho lasciato qualcosa nel tuo appartamento. Qualcosa che ci servirà” Evan esitò, ma l’urgenza di Calder lo strattonava, richiedendo un’obbedienza che non capiva del tutto.
All’interno dell’appartamento, Calder si precipitò nell’armadio della camera da letto di Evan e cominciò a rovistare tra le scatole come se le conoscesse bene. Evan lo fissò, sbalordito. Calder non era mai entrato in casa sua. Eppure cercava con frenesia, mormorando: “Deve essere qui. L’ho nascosto dove non avrebbero mai controllato”