Calder afferrò improvvisamente il braccio di Evan e lo tirò dietro il bancone della cucina. “Non respirare”, sussurrò. Evan si accucciò, con il cuore che batteva all’impazzata, consapevole della sagoma rigida di Calder accanto a lui. Non sapeva di chi fidarsi: degli sconosciuti nella tromba delle scale o dell’uomo tremante che sembrava prevedere ogni loro mossa.
Due sconosciuti si fermarono proprio davanti all’appartamento di Evan. Uno di loro provò la maniglia della porta con una rotazione silenziosa ed esperta. Non stavano forzando l’ingresso, non ancora. Evan sentì l’adrenalina salire. Sembravano sapere esattamente cosa stavano cercando. La mano di Calder afferrò la spalla di Evan, avvertendolo silenziosamente di non muoversi o respirare.