Una mattina, durante un raro momento di lucidità, Helen ci riprovò. “Si ricorda il suo nome?” Lui aggrottò le sopracciglia, formando le labbra intorno a un suono che sembrava far male. “Cal…”, rantolò. “Cal…” e poi si contorse in “caldera”, la parola si spezzò in due pezzi mentre il suo corpo si afflosciava, ricadendo nel sonno.
Un’infermiera rise dolcemente. “Dio sa che è un nome strano” Helen non rise. La parola “caldera” la tormentava. Quella sera, molto tempo dopo il giro di visite, la cercò. Un cratere vulcanico formato da un crollo dopo un’eruzione. Crollo. Eruzione. Perché ogni frammento del suo linguaggio girava intorno al pericolo? Chi era quest’uomo?