Il telefono squillò all’improvviso e il sollievo le salì al petto. Finché non lesse il messaggio. Oggi i ragazzi sono impegnati con la scuola. Ti faremo sapere quando avremo di nuovo bisogno di te. Lo lesse due volte, con la mente che cercava di riorganizzare le parole in qualcosa di meno crudele. Quando avremo di nuovo bisogno di te.
Non “a presto”, non “grazie”, solo quello, come se lei fosse un servizio da chiamare. Le si seccò la gola. Digitò: “Oh, va bene. Volevo solo assicurarmi che tutti stessero bene e lo inviò prima di poterci pensare troppo. Il messaggio fu contrassegnato come consegnato, poi più nulla. Fuori, i tulipani sul bancone avevano cominciato a cadere, i loro petali gialli si arricciavano verso l’interno.