Un piccolo tonfo contro lo schienale del sedile. Non forte. Neanche forte. Solo… lì. Come un colpo che non doveva essere lì. Si bloccò. Aspettò. Era… Un altro colpetto. Questa volta più forte. Una scossa che gli fece tremare la spina dorsale. Daniel aprì gli occhi e si alzò a sedere. Lentamente, deliberatamente, si girò per guardare dietro di sé.
Un bambino era seduto lì, con le gambe corte che non arrivavano al pavimento. Le sue scarpe da ginnastica oscillavano liberamente nello stretto spazio tra il suo sedile e quello di Daniel. A ogni rimbalzo, le suole sbattevano contro lo schienale del sedile di Daniel come un metronomo con cattive intenzioni.