Si limitò a posare la tazza vuota sul tavolino, ad appoggiare delicatamente la testa contro il vetro fresco del finestrino e a chiudere gli occhi. Il treno continuò a rombare. Non arrivarono altri calci. Nemmeno uno. Quando il treno si fermò, i passeggeri cominciarono a scendere.
Daniel si alzò, si lisciò il cappotto e si unì alla lenta processione lungo il corridoio. Quando passò davanti alla fila del ragazzo, la madre non lo guardò. Aveva il viso arrossato e la mascella serrata. Era concentrata a infilare dei fazzoletti in una borsetta che non si chiudeva più bene.