Non ce la faceva più! Guardate come quest’uomo ha dato una lezione a un bambino che si è messo a sedere e a sua madre!

Daniel rimase seduto immobile, fissando fuori dal finestrino la macchia di alberi scheletrici e di linee elettriche che passavano. La tazza era nella sua mano, con le perle d’acqua che scendevano fino alle nocche. Non aveva bevuto un sorso. La teneva in mano senza pensare, come un sostegno, come una corda.

La mascella gli faceva male a forza di stringere. Il suo corpo rimase rigido per tutta la tensione. E ancora… ancora… i calci continuavano. All’inizio erano leggeri. A malapena. Poi più forti. Ritmici. Inspirò lentamente dal naso. Contò fino a quattro. Il calcio successivo atterrò in pieno. Il suo sedile sobbalzò in avanti. Le sue dita strinsero di riflesso la tazza. E l’acqua si rovesciò.