Man mano che la malattia si stabilizzava in lui, Miriam era quella che lo portava agli appuntamenti, che sedeva nelle sale d’attesa con riviste che non leggeva mai, che imparava a inserire le sue prescrizioni nella routine di ogni giorno. Non era la gratitudine a tenerla lì, ma una vecchia fame di riconoscimento, una tranquilla speranza che nei corridoi stretti dei suoi ultimi anni, lui potesse finalmente guardarla in modo diverso.
Un pomeriggio verso la fine, mentre lui sonnecchiava nella sua poltrona, Miriam raccolse il suo coraggio. Lo aveva osservato tossire fino a fargli tremare il petto, aveva visto i suoi occhi un tempo acuti annebbiarsi per la stanchezza, e sapeva che il tempo stava scivolando. “Papà”, cominciò, con voce bassa ma ferma, “hai mai avuto qualcosa contro di me? Voglio dire, perché con me è sempre stato diverso?”