Ricontrollò i feed del quartiere, gli orari, l’ora dell’alba e la probabilità che passassero pattuglie. Costruì condizioni che negavano il male ma incoraggiavano il movimento: musica qui, silenzio là, serrature che si aprivano sibilando, serrature che si chiudevano sospirando. Se la paura fosse stata una coreografia, avrebbe messo in scena un’uscita di scena, volontaria, immediata e documentata da ogni telecamera prudente.
Una brezza rotolò lungo la strada come se la città esalasse. Marco parcheggiò a due case di distanza, con il portatile aperto e il telefono collegato. Le sagome della cucina si muovevano sui mobili familiari che aveva acquistato. Ha regolarizzato il suo respiro. Con delicatezza, si istruì. Possono essere testardi, ma non mostri. Ma stasera dovevano muoversi.