Ma decise di concedere loro un ultimo beneficio del dubbio. Mandò un messaggio per l’ultima volta. “Per favore, fatemi entrare. Non è giusto” In risposta apparve una bolla, che sparì e poi tornò. “Incontreremo presto i nostri”, hanno scritto. “Ci metteremo in contatto per le condizioni” Marco fissò le lettere finché non si confusero in una lenta nebbia grigia.
I termini, pensò, sono quelli in cui si tracciano le linee. Abbassò il sedile, chiuse gli occhi per dieci fragili minuti, poi si alzò e tracciò una mappa di tutto. Le telecamere erano al primo posto. I sensori in secondo luogo. L’audio terzo. Le luci dovevano essere usate come segni di punteggiatura. Se la paura avesse avuto bisogno di una sceneggiatura, l’avrebbe diretta responsabilmente.