Passarono mesi di attente valutazioni, colloqui e udienze, ognuna delle quali rafforzava ciò che era già diventato ovvio: la bambina apparteneva a Manny. Quando l’adozione fu finalizzata, l’aula del tribunale era più luminosa. Il cane, un guardiano incrollabile, fu formalmente registrato come animale di supporto emotivo.
In una serata tranquilla, Manny tornò al suo vecchio percorso, ma questa volta non camminò da solo. La ragazza lo teneva per mano, i suoi passi coincidevano con i suoi, mentre il cane trottava fedelmente accanto a loro. L’aria notturna era più dolce. Per la prima volta dopo anni, Manny si sentì integro. Era finalmente in grado di respirare di nuovo.