La neve fresca spolverava il terreno, ma sotto di essa Manny scorse delle deboli impronte che si addentravano nella foresta. Erano passi leggeri e irregolari che suggerivano stanchezza o ferite. Si accovacciò e le tracciò con le dita guantate, immaginando un ragazzo che inciampava da solo nell’oscurità gelida.
Il cane mugolò dolcemente e diede un colpetto a un tronco d’albero cavo. Manny si inginocchiò per guardare dentro. Lì, seminascosti tra le foglie morte, giacevano un vecchio laccio da scarpe e un piccolo pezzo di carta piegato. Il battito del cuore gli rimbombò nelle orecchie mentre si avvicinava, sfiorando con le dita la corteccia fredda che circondava il prezioso indizio.