Il personale si blocca per l’orrore quando un cane entra in ospedale portando questo..

Chiese il nome della “bambina recuperata”. La chiamò Emeline Ryan. “Sono stato frenetico”, disse, con la voce che si era impadronita di quel tanto che bastava per sembrare provata. “Sua madre… beh, non fa più parte del quadro. Noi viviamo qui vicino. Posso vederla?” L’impiegato chiamò la sicurezza.

Elena si affacciò alla porta del reparto di terapia intensiva mentre l’uomo si avvicinava, seguito da un detective per verificare l’identità. Le orecchie di Valorian prima si drizzarono, poi si appiattirono. Il suo corpo si irrigidì: stavolta non era curioso, ma vigile, con ogni muscolo in tensione. “Va tutto bene, ragazzo”, mormorò automaticamente Elena, anche se la sua voce suonava vuota a se stessa.