Quando la porta del furgone si chiuse, un tuono rimbombò lontano. Il mastino si spostò una volta, sospirando dal naso. Aveva fatto quello che volevano da lui: aveva mostrato loro le tracce, la prova dell’orrore. Ora, mentre il motore si avviava, premeva la testa contro la gabbia, rivolto a est, verso l’unico posto che ancora contava.
Quando il convoglio svoltò verso la città, il conduttore disse a bassa voce: “È di nuovo in testa. Guardatelo” Lo sguardo di Valorian si fissò all’orizzonte, con gli occhi fermi e le spalle sostenute dall’ondeggiamento. Il detective più giovane sorrise nonostante la stanchezza. “No, stavolta non conduce”, mormorò. “Sta andando dalla sua persona”