La mattina dopo, la colazione era meccanica. Claire si muoveva silenziosa, con gli occhi gonfi ma fermi, parlando solo ai ragazzi. Daniel cercò di fare due chiacchiere, ma lei lo ignorò, il suo silenzio era più forte di qualsiasi accusa. Ethan se ne accorse e aggrottò le sopracciglia, Leo chiese perché la mamma sembrava triste. Claire sorrise debolmente, spazzolando loro i capelli e rifiutandosi di rispondere.
Al lavoro, Daniel non riusciva a concentrarsi. I fogli di calcolo erano confusi, le voci dei colleghi ovattate. I suoi pensieri si aggiravano come avvoltoi, colpendo il senso di colpa, la rabbia, il sospetto, la vergogna. Il biglietto gli bruciava in tasca. Controllò il telefono ogni ora, in attesa dell’e-mail del laboratorio. Ogni notifica gli faceva tremare il petto prima di crollare nella delusione.