Lavorò metodicamente, scolpendo il terreno intorno a ogni auto come un pasticciere che glassasse una torta, attento a non danneggiare nulla ma abbastanza deciso da assicurarsi che nessuno potesse andarsene senza un serio impegno o, meglio ancora, senza un carro attrezzi.
Quando l’ultimo solco fu tagliato, il campo sembrava una trappola patchwork. Le auto stavano goffamente al centro, incassate nella terra, ognuna circondata da un terreno sciolto e instabile, troppo profondo perché una berlina o un SUV potessero attraversarlo senza rimanere bloccati.