Il senso di colpa la attraversò. Se non fosse stata seduta fuori con il suo stupido caffè… Se fosse rimasta più vicina… Se solo avesse prestato maggiore attenzione. Ogni secondo di quella mattina si ripeteva dietro i suoi occhi chiusi, crudele e implacabile, una spirale di “se” a cui non poteva sfuggire.
La foresta intorno a lei si confondeva mentre lei crollava completamente. I cercatori rimasti intorno a lei si muovevano goffamente, senza sapere cosa fare. Samantha si sentiva come se stesse annegando nella sua stessa pelle. Tutto dentro di lei urlava di fermarsi, di tornare a casa, di arrendersi, di lasciare finalmente che l’oscurità vincesse.