Quando le chiesi da dove venisse la penna, mi rispose solo: “È un regalo”, prima di ritirarsi nella sua stanza. Mi si strinse il petto. Un regalo. Così casuale e così definitivo. Chi era quest’uomo per lei, che poteva scivolare nella vita e appartenervi così perfettamente?
Le buste hanno dato più fastidio a Martin. La osservò con attenzione, notando i loro bordi nitidi e la loro deliberata manipolazione. “Non sono compiti”, mormorò una sera. “È qualcosa di ufficiale” Il suo tono portava con sé un’accusa, anche se nessuno di noi sapeva quale crimine nominare. I documenti da lui, nascosti a noi, sembravano illeciti, doppi e pericolosi. Non avevamo idea di cosa stesse succedendo.