Le ricerche iniziarono rapidamente. I volontari si sparpagliarono per il bosco, gli agenti con i fucili si muovevano in file serrate. Elise rimase indietro, cercando di mantenere la calma mentre il suo cuore era in preda alle convulsioni. Un bambino era scomparso. Con Shadow scomparso, non poteva essere una coincidenza. Immaginò impronte di zampe accanto ad altre più piccole, immaginò sussurri che si trasformavano in accuse che non poteva confutare.
La pioggia bagnava il sottobosco, confondendo le tracce. Tuttavia, intravide delle impronte pressate in profondità nell’argilla, molto più grandi di quelle di un cane. Elise si chinò, tracciando i bordi con dita tremanti. La direzione la raggelò: verso il burrone. Ingoiò il panico e sussurrò: “Ti prego, non lui. Ti prego, Shadow, non questo”