Si strinse la creatura al petto. Il suo corpo era più caldo del previsto, i muscoli si contraevano con una forza insolita. Gli occhi catturavano la luce della luna e brillavano come pietre levigate. “Povera creatura”, sussurrò. Un brivido di disagio le salì lungo le braccia, ma la compassione prevalse sulla cautela. Lo portò a casa.
All’interno, foderò una scatola con degli asciugamani e vi pose il gattino. Fletté le zampe, un po’ grandi per la sua taglia, con i piccoli artigli che si infilavano nella stoffa. Offrì del latte caldo in un piattino, osservando il gattino che lo leccava con sorprendente vigore. La fame sembrava infinita ed Elise si trovò stranamente affascinata.