Gli agenti allentarono leggermente la presa mentre il giovane magro ed esausto fissava il suolo. Mark guardò tra loro, la sua incredulità si attenuò lentamente. “Sabrina”, disse a bassa voce, “chi è?” “Si chiama Dylan”, mormorò lei. “Ha vent’anni. L’ho cresciuto da sola finché non è scomparso qualche anno fa. Droga… scelte sbagliate… mi ha tagliato fuori. Pensavo che se ne fosse andato per sempre”
Si asciugò gli occhi. “Tre settimane fa si è presentato qui nel cuore della notte. Spaventato. Affamato. Sono andata nel panico. L’ho lasciato stare in soffitta. Non potevo ancora dirtelo” Mark espirò bruscamente. “L’hai nascosto qui? Mentre Kayla faceva da babysitter? Mentre Tommy era in casa?” Lei trasalì.