Niente. Riprovò. Le mani erano ormai madide di sudore. Il motore scattò una volta, poi tacque. “Non ora!” Picchiò sul volante. Prese fiato. Riprovò. Alla fine il motore si accese con un gemito e un sussulto, come se la macchina stessa fosse riluttante a mettersi in gioco.
Andrew inserì la retromarcia e poi la marcia, con le gomme che frusciavano mentre si immetteva sulla strada. Girò a sinistra all’incrocio e scrutò davanti a sé. Lì davanti, a tre isolati di distanza. Il SUV nero. Mise il piede sull’acceleratore.